Documents - 1 citing "Sentenza della Corte (Decima Sezione) del 21 settembre 2017. SMS group GmbH contro Direcţia Generală Regională a Finanţelor Publice Bucureşti. Domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dall'Înalta Curte de Casaţie şi Justiţie. Rinvio pregiudiziale – Imposta sul valore aggiunto (IVA) – Ottava direttiva 79/1072/CEE – Direttiva 2006/112/CE – Soggetto passivo residente in un altro Stato membro – Rimborso dell’IVA sui beni importati – Presupposti – Elementi oggettivi che confermano l’intenzione del soggetto passivo di utilizzare i beni importati nel contesto delle sue attività economiche – Rischio serio di mancata realizzazione dell’operazione che aveva giustificato l’importazione. Causa C-441/16."

Rinvio pregiudiziale, Imposta sul valore aggiunto (IVA), Ottava direttiva 79/1072/CEE, Direttiva 2006/112/CE, Soggetto passivo residente in un altro Stato membro, Rimborso dell’IVA sui beni importati, Presupposti, Elementi oggettivi che confermano l’intenzione del soggetto passivo di utilizzare i beni importati nel contesto delle sue attività economiche, Rischio serio di mancata realizzazione dell’operazione che aveva giustificato l’importazione.
Causa C-441/16 SMS group GmbH contro Direcţia Generală Regională a Finanţelor Publice Bucureşti (domanda di pronuncia pregiudizialeproposta dalla Înalta Curte de Casaţie şi Justiţie) «Rinvio pregiudiziale – Imposta sul valore aggiunto (IVA) – Ottava direttiva 79/1072/CEE – Direttiva 2006/112/CE – Soggetto passivo residente in un altro Stato membro – Rimborso dell’IVA sui beni importati – Presupposti – Elementi oggettivi che confermano l’intenzione del soggetto passivo di utilizzare i beni importati nel contesto delle sue attività economiche – Rischio serio di mancata realizzazione dell’operazione che aveva giustificato l’importazione» Massime – Sentenza della Corte (Decima Sezione) del 21 settembre 2017 Armonizzazione delle normative fiscali – Sistema comune d’imposta sul valore aggiunto – Rimborso dell’imposta ai soggetti passivi non residenti all’interno del paese – Sospensione dell’esecuzione di un contratto di importazione di beni – Mancato avvenimento dell’operazione alla quale tali beni erano destinati – Assenza di prova della circolazione successiva dei suddetti beni – Diniego del diritto al rimborso – Inammissibilità (Direttive del Consiglio 79/1072 e 2006/112, art. 170) L’ottava direttiva 79/1072/CEE del Consiglio, del 6 dicembre 1979, in materia di armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alle imposte sulla cifra di affari – Modalità per il rimborso dell’imposta sul valore aggiunto ai soggetti passivi non residenti all’interno del paese, letta in combinato disposto con l’articolo 170 della direttiva 2006/112/CE del Consiglio, del 28 novembre 2006, relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto, deve essere interpretata nel senso che osta a che uno Stato membro neghi a un soggetto passivo non residente nel suo territorio il diritto al rimborso dell’imposta sul valore aggiunto versata a titolo dell’importazione di beni in una situazione, come quella oggetto del procedimento principale, in cui, al momento dell’importazione, l’esecuzione del contratto nel contesto del quale il soggetto passivo ha acquistato e importato i suddetti beni era sospesa, l’operazione per la quale tali beni dovevano essere utilizzati non è infine stata realizzata e il soggetto passivo non ha fornito la prova della loro successiva circolazione. Infatti, da una giurisprudenza costante della Corte discende che, in assenza di circostanze fraudolente o abusive, e con riserva di eventuali rettifiche conformemente alle condizioni previste dalla direttiva IVA, il diritto al rimborso, una volta sorto, rimane acquisito (v., per analogia, sentenza del 22 marzo 2012, Klub,C 153/11, EU:C:2012:163, punto 46 e giurisprudenza ivi citata). Più in particolare, qualora il soggetto passivo non abbia potuto utilizzare i beni che hanno dato luogo al rimborso nell’ambito dell’operazione presa in considerazione a causa di circostanze estranee alla sua volontà, il diritto al rimborso resta acquisito poiché, in un caso del genere, non sussiste alcun rischio di frodi o di abusi che possa giustificare il rifiuto del rimborso (v., per analogia, sentenza del 22 marzo 2012, Klub,C 153/11, EU:C:2012:163, punto 47 e giurisprudenza ivi citata). (v. punti 55, 56, 58 e dispositivo)