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cited in "Sentenza della Corte (Terza Sezione) del 15 dicembre 2011. Banca Antoniana Popolare Veneta SpA contro Ministero dell'Economia e delle Finanze e Agenzia delle Entrate. Domanda di pronuncia pregiudiziale : Corte suprema di cassazione - Italia. IVA - Recupero dell’imposta indebitamente versata - Normativa nazionale che prevede la possibilità di agire per la ripetizione dell’indebito dinanzi a organi giurisdizionali diversi, con termini differenti, a seconda che si tratti del committente oppure del prestatore di servizi - Possibilità per il committente di servizi di chiedere il rimborso dell’imposta al prestatore dopo che per quest’ultimo è spirato il termine per agire nei confronti dell’amministrazione finanziaria - Principio di effettività. Causa C-427/10."
IVA, Recupero dell’imposta indebitamente versata, Normativa nazionale che prevede la possibilità di agire per la ripetizione dell’indebito dinanzi a organi giurisdizionali diversi, con termini differenti, a seconda che si tratti del committente oppure del prestatore di servizi, Possibilità per il committente di servizi di chiedere il rimborso dell’imposta al prestatore dopo che per quest’ultimo è spirato il termine per agire nei confronti dell’amministrazione finanziaria, Principio di effettività.
Parole chiave Massima Parole chiave Disposizioni tributarie — Armonizzazione delle legislazioni — Imposte sulla cifra d’affari — Sistema comune d’imposta sul valore aggiunto — Recupero dell’imposta indebitamente versata (Direttiva del Consiglio 77/388) Massima Il principio di effettività non osta ad una normativa nazionale in materia di ripetizione dell’indebito che prevede un termine di prescrizione per l’azione civilistica di ripetizione dell’indebito, esercitata dal committente di servizi nei confronti del prestatore di tali servizi, soggetto passivo dell’imposta sul valore aggiunto, più lungo rispetto al termine di decadenza previsto per l’azione di rimborso di diritto tributario, esercitata da detto prestatore nei confronti dell’amministrazione finanziaria, purché tale soggetto passivo possa effettivamente reclamare il rimborso dell’imposta di cui trattasi nei confronti della predetta amministrazione. Quest’ultima condizione non è soddisfatta qualora l’applicazione di una normativa siffatta abbia la conseguenza di privare completamente il soggetto passivo del diritto di ottenere dall’amministrazione finanziaria il rimborso dell’imposta sul valore aggiunto non dovuta che egli stesso ha dovuto rimborsare al committente dei suoi servizi. (v. punto 42 e dispositivo)
Domanda di pronuncia pregiudiziale, Sesta direttiva IVA, Art. 18, n. 4, Normativa nazionale che prevede un termine di prescrizione triennale ai fini del rimborso delle eccedenze dell’IVA.
Causa C-472/08 Alstom Power Hydro contro Valsts ieņēmumu dienests (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dall’Augstākās Tiesas Senāts) «Domanda di pronuncia pregiudiziale — Sesta direttiva IVA — Art. 18, n. 4 — Normativa nazionale che prevede un termine di prescrizione triennale ai fini del rimborso delle eccedenze dell’IVA» Sentenza della Corte (Prima Sezione) 21 gennaio 2010 I ‐ 625 Massime della sentenza Disposizioni tributarie – Armonizzazione delle legislazioni – Imposte sulla cifra d’affari – Sistema comune d’imposta sul valore aggiunto – Detrazione dell’imposta pagata a monte – Restituzione dell’eccedenza (Direttiva del Consiglio 77/388, art. 18, n. 4) L’art. 18, n. 4, della sesta direttiva 77/388, in materia di armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alle imposte sulla cifra di affari, dev’essere interpretato nel senso che esso non osta alla normativa di uno Stato membro che preveda un termine di prescrizione triennale ai fini della proposizione delle domande di rimborso delle eccedenze dell’imposta sul valore aggiunto indebitamente riscosse dall’amministrazione finanziaria di tale Stato. Un simile termine non può, di per sé, rendere l’esercizio del diritto a detrazione praticamente impossibile o eccessivamente difficile, posto che un termine di prescrizione triennale è, in linea di principio, idoneo a consentire a qualsiasi contribuente normalmente diligente di far valere validamente i diritti attribuitigli dall’ordinamento giuridico dell’Unione. (v. punti 20-22 e dispositivo)