Documents - 3 citing "Sentenza Corte di Cassazione n 6548 del 2012-04-27"

contribuente, amministrazione finanziaria, diritto alla detrazione, fattura
Sull'invocata richiesta di nullità della sentenza per carenza ed erroneità della motivazione si nutrono molteplici perplessità. L'obbligo di motivare la sentenza trova la sua fonte direttamente nella legge; la ratio di tale incombenza va ricercata essenzialmente nella necessità di rendere controllabile la decisione, quale atto conclusivo del processo, ad opera delle parti e dei Giudici del riesame nel caso di impugnazione e va correlata ai principi di legalità, che vuole i Giudici soggetti solo alla legge, e di effettività del diritto di difesa. Oggetto del giudizio tributario è l'impugnativa da parte del contribuente di atti fi impositivi di un tributo o di una sanzione o di altri atti relativi ad operazioni di cui il contribuente sostiene la illegittimita per i motivi che devono essere specificamente indicati a pena di inammissibilità e che possono riguardare questioni di merito concernenti l'assenza di presupposti di fatto previsti dalla legge oppure l'errata applicazione o interpretazione di una norma giuridica. Anche la Corte di Cassazione, in diverse pronunce, ha precisato che l'obbligo di motivazione dell'atto impositivo “persegue il fine di porre il contribuente in condizioni di conoscere la pretesa impositiva in misura tale da consentirgli sia di valutare l'opportunità di esperire l'impugnazione giudiziale, sia in caso positivo, di contestare efficacemente l'an e il quantum debeatur. Detti elementi conoscitivi devono essere forniti all'interessato non solo tempestivamente (e cioè inserendoli ab origine nel provvedimento impositivo) ma anche con quel grado di determinatezza ed intelligibilita che permetta al medesimo un esercizio non difficoltoso “ ( Cassazione 5842/2006; 25064/2006; 23009/2009 ). [...] Nel caso di specie la motivazione, anche se non condivisa dall'Ufficio, è congrua e sufficiente ad espletare il ragionamento del giudicante e ad esprimere l'iter argomentativo da lui seguito offrendo anche ai contendenti, contribuente ed Ufficio, l'opportunità di determinarsi in ordine alla facoltà di insistere ulteriormente nelle proprie richieste. Ne fa prova, oltre alla ricca esposizione in sentenza dei fatti e delle ragioni, anche la ridondanza di esposizione, a volte anche romanzata del contribuente, il quale prendendo spunto proprio dalla sentenza (varie prospettazioni dell'inerenza nel diritto tributario) ha allestito idonea difesa a proprio favore, con ciò dimostrando di conoscere nel dettaglio le motivazioni che hanno portato all'adozione dell'avviso di accertamento impugnato, che riporta esattamente le risultanze del verbale dal quale è scaturito. [...] Si concorda, pertanto, con tale impostazione nel senso che siffatto onere grava sull'Amministrazione, la quale dovrà comprovare la non inerenza dei costi astrattamente riconducibili all'attività commerciale. [...] Eventualmente, ave ne sussistano i presupposti, potrebbe essere attivata l'operazione di rimborso. Sulla base di quanto rilevato, si ritengono, pertanto, prive di pregio le conclusioni sul punto sia dei Giudici di prime cure che di parte contribuente, perché non conclusive per la risoluzione del problema all'esame.[...]
Contesta, altresì, l'illegittima motivazione addotta a soategno della ripresa a tassazione del costo in esame che l'Ufficio ha ritenuto indeducibile perchè non assistito da prova con data certa, ma tale requisito non è richiesto da alcuna disposizione normativa regolante la materia, rinvenendosi esclusivamente norme che si limitano a meramente disporre che, per fornire prova, i contratti di agenzia devono essere formati per atto scritto e nulla dispongono circa la data certa che è richiesta, dal legislatore tributario, solo in ipotesi eccezionali, previste espressamente. [...] Sotto l'aspetto formale il comportamento di CPS non è, quindi, suscettibile di esser sottoposto a censura considerato, anche, che il pagamento delle singole fatture è stato sempre effettuato con bonifici bancari a favore di AS. Né sotto l'aspetto sostanziale l'Ufficio ha prodotto prove atta ad inficiarne la corrispondenza all'effettività, atteso che la sollevata mancanza di esperienza in materia di coordinamento di reti di vendita, in capo ad AS, che, secondo l'Ufficio, sarebbe testimoniata dalla mancanza di precedenti incarichi della stessa natura svolti da AS, non pare appropriata, atteso che la stessa, a partire dall'anno 2007, ha svolto attività di vendita avvalendosi di una propria rete che, necessariamente, presupponeva la capacità di coordinare. [...] Circa, infine, il quarto motivo di gravame attinente le applicate sanzioni, si osserva che è orientamento costantemente espresso, dalla giursprudenza di legittimità, che, nei casi di violazioni colpite da sanzione amministrativa, l'elemento soggettivo della colpa è presunto in capo a colui che ha commesso la violazione di precise disposizioni amministrative. Spetta, quindi, al contribuente di provare di avere incolpevolmente agito e non all'Ufficio di provarne la colpa. Poiché CPS non ha prodotto alcuna prova a sostegno del suo meramente asserito incolpevole comportamento, ne consegue l'applicabilità delle sanzioni a suo carico. [...] Si tratta, quindi, nella fattispecie, di accertare, in concreto, se la spesa per sponsorizzazioni è inerente. vità d'impresa ed, in tal caso, se ed in quale misura può costituire costo deducibile. Quanto all'inerenza, la giurisprudenza di legittimità ha delineato i contenuti che contraddistinguono i contratti di sponsorizzazione e le loro caratteristiche, trattandosi di fattispecie non specificatamente disciplinate dalla legge, ed è giunta alla conclusione che, ai fini fiscali"L'inerenza, dei costi della sponsorizzazione, all'attività d'impresa, qualora lo sponsor sia lo stesso titolare del marchio od il produttore del bene da promuovere, non pare seriamente dubitabile. [...] L'unica condizione richiesta, quindi, perchè i costi di sponsorizzazione possano considerarsi inerenti all'attività d'impresa, risiede nel fatto che vi sia coincidenza fra lo sponsor ed il titolare del marchio od il produttore del bene da promuovere, a nulla rilevando che, dal costo sostenuto, derivino concreti maggiori ricavi od utili, essendo, il rischio, una componente dell'attività d'impresa. Tutte condizioni che rispecchiano fedelmente la fattispecie in concreto e conducono all'affermazione dell'inerenza e deducibilità dei costi di sponsorizzazione in contestazione.[...]
costi indeducibili, vendita, contribuente, sponsorizzazione, decorrenza, amministrazione finanziaria, spesa, censura, sanzione amministrativa, reddito
Contesta, altresì, l'illegittima motivazione addotta a soategno della ripresa a tassazione del costo in esame che l'Ufficio ha ritenuto indeducibile perchè non assistito da prova con data certa, ma tale requisito non è richiesto da alcuna disposizione normativa regolante la materia, rinvenendosi esclusivamente norme che si limitano a meramente disporre che, per fornire prova, i contratti di agenzia devono essere formati per atto scritto e nulla dispongono circa la data certa che è richiesta, dal legislatore tributario, solo in ipotesi eccezionali, previste espressamente. [...] Sotto l'aspetto formale il comportamento di CPS non è, quindi, suscettibile di esser sottoposto a censura considerato, anche, che il pagamento delle singole fatture è stato sempre effettuato con bonifici bancari a favore di AS. Né sotto l'aspetto sostanziale l'Ufficio ha prodotto prove atta ad inficiarne la corrispondenza all'effettività, atteso che la sollevata mancanza di esperienza in materia di coordinamento di reti di vendita, in capo ad AS, che, secondo l'Ufficio, sarebbe testimoniata dalla mancanza di precedenti incarichi della stessa natura svolti da AS, non pare appropriata, atteso che la stessa, a partire dall'anno 2007, ha svolto attività di vendita avvalendosi di una propria rete che, necessariamente, presupponeva la capacità di coordinare. [...] Circa, infine, il quarto motivo di gravame attinente le applicate sanzioni, si osserva che è orientamento costantemente espresso, dalla giursprudenza di legittimità, che, nei casi di violazioni colpite da sanzione amministrativa, l'elemento soggettivo della colpa è presunto in capo a colui che ha commesso la violazione di precise disposizioni amministrative. Spetta, quindi, al contribuente di provare di avere incolpevolmente agito e non all'Ufficio di provarne la colpa. Poiché CPS non ha prodotto alcuna prova a sostegno del suo meramente asserito incolpevole comportamento, ne consegue l'applicabilità delle sanzioni a suo carico. [...] Si tratta, quindi, nella fattispecie, di accertare, in concreto, se la spesa per sponsorizzazioni è inerente. vità d'impresa ed, in tal caso, se ed in quale misura può costituire costo deducibile. Quanto all'inerenza, la giurisprudenza di legittimità ha delineato i contenuti che contraddistinguono i contratti di sponsorizzazione e le loro caratteristiche, trattandosi di fattispecie non specificatamente disciplinate dalla legge, ed è giunta alla conclusione che, ai fini fiscali"L'inerenza, dei costi della sponsorizzazione, all'attività d'impresa, qualora lo sponsor sia lo stesso titolare del marchio od il produttore del bene da promuovere, non pare seriamente dubitabile. [...] L'unica condizione richiesta, quindi, perchè i costi di sponsorizzazione possano considerarsi inerenti all'attività d'impresa, risiede nel fatto che vi sia coincidenza fra lo sponsor ed il titolare del marchio od il produttore del bene da promuovere, a nulla rilevando che, dal costo sostenuto, derivino concreti maggiori ricavi od utili, essendo, il rischio, una componente dell'attività d'impresa. Tutte condizioni che rispecchiano fedelmente la fattispecie in concreto e conducono all'affermazione dell'inerenza e deducibilità dei costi di sponsorizzazione in contestazione.[...]